Presentazione ansiosa

Mi chiamo Beatrice,ho diciotto anni e una passione sconfinata per i libri. Scontato? Forse sì. Nel mio amore però mi sento unica. Non vedo altro futuro se non con loro,e per questo motivo ho deciso di cimentarmi in un blog di recensioni e pensieri vari. :) Sono all'antica, scrivo ancora tutto a mano.. Questo schermo bianco mi mette un po' di ansia,lo ammetto. Spero di riuscire nel mio intento, e di trasmettere la mia passione a chi mi leggerà. Grazie per l'attenzione,gufetti! :)

martedì 22 aprile 2014

IL CIMITERO DI PRAGA

24 Marzo 1897. Il capitano Simonino Simonini si sveglia nel suo appartamento in impasse Maubert. E' confuso e non ricorda quasi nulla della notte precedente.Per farsi tornare la memoria decide di mettere i propri pensieri su carta, come gli ha consigliato uno 'studentello' di medicina, un certo ' Froide'. In questo modo entriamo nel passato di colui che scopriamo essere un falsario, che è stato a fianco di Garibaldi in Sicilia, ha lavorato per i servizi segreti di Francia e Russia e non ha quella che si può definire una 'coscienza pulita'. Nel ripercorrere i ricordi dell'uomo veniamo a conoscenza di intrighi che hanno sconvolto il succedersi degli eventi fino alle due Guerre Mondiali. Vi sono ricordi, però, che Simonini aveva tentato di rimuovere e che tornano a galla solo grazie all'intervento del misterioso abate Dalla Piccola. Unica certezza? Il cimitero di Praga. Umberto Eco in questo romanzo utilizza l'espediente del 'manoscritto ritrovato' (in questo caso un diario), preso in prestito da Cervantes e Manzoni. Fin dalle prime pagine il romanzo scorre velocemente, e l'autore mostra tutta la sua bravura districandosi tra avvenimenti realmente avvenuti ed altri di pura fantasia. Un bel salto nella storia di fine '800 ed inizio '900, dove non manca nulla : scandali, complotti, messe nere. Talvolta l'autore si sofferma a descrivere dettagliatamente le pietanze provocando un certo languorino nei suoi lettori.. . Da alcuni è stato definito un 'fritto misto' in quanto si intrecciano storie di massoneria, carboneria, gesuiti ed ebrei. Già in precedenza Eco era stato accusato di 'eccessiva erudizione' nei propri romanzi, come 'Il nome della Rosa' (Bompiani, 1980) o ' Il pendolo di Foucault' (Bompiani, 1988). Libri definiti 'per pochi' insomma. D'altronde per un personaggio che può vantare 39 lauree honoris causa è impossibile non fare riferimento ai propri studi. E non dimentichiamo che Umberto Eco, ancor prima che romanziere, è un saggista. Fa sempre bene cimentarsi in qualcosa che sembra inizialmente ostico. Provare per credere. :)

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